Il diario di missione. Accordo tra Sapienza e Università di Mekellé

Aria di nostalgia all’Ospedale HEWO di Quihà: la missione chirurgica organizzata da Laziochirurgia Progetto Solidale volge al termine ed il team – composto dai chirurghi Giorgio Pasquini, Alberto Angelici e Bruno Perotti, dal medico di laboratorio Claudio Gambetta, dall’anestesista Sergio Gaudino e dagli Infermieri Mauro Lucarelli e Giacomo Lanzara – è pronto a ripartire alla volta dell’Italia. Non prima però di aver assaggiato un’ottima tazza di caffè, aspettando l’imminente apertura della Caffetteria.

Pubblichiamo di seguito la seconda parte del diario di missione, curato da Claudio Gambetta, che ci racconta gli ultimi sviluppi dei progetti realizzati grazie alla collaborazione della Onlus come l’accordo siglato tra l’Università “La Sapienza” di Roma e l’Università di Mekellé.

IL DIARIO DELLA MISSIONE – PARTE 2:

– SABATO E DOMENICA

Poco lavoro la mattina e dopo pranzo il rompete le righe e disperdetevi. Un gruppo va a Makallè al mercato ed un altro rimane all’Hewo. Domenica, Alberto, Bruno e Giacomo partono presto per andare a Geralta a visitare alcune chiese rupestri. Sergio ed io prendiamo il “bus” per Mekelle dove ci incontriamo con Tekle ed insieme andiamo a casa sua per il pranzo tradizionale preparato da sua moglie. Giorgio e Mauro rimangono a “casa”. E poi la sera ci ritroviamo tutti a cena.

– LUNEDI’

Giorgio ed Alberto vanno con lo stato maggiore dell’Hewo, Wolderufael, Andom e Letay, ad incontrare i vertici dell’Università di Mekellè per la firma del protocollo di collaborazione tra le due università, Sapienza e Mekellè. A detta di Alberto tutto fila liscio, il documento viene firmato senza obiezioni e vengono fissati gli accordi per le tappe necessarie all’avvio del progetto.

Quando torna, Letay mi invita ad una cerimonia del caffè di ringraziamento nel locale attiguo alla stalla. E così mi racconta di una delle prime mucche aquistate per l’Hewo in cattive condizioni di salute e del veterinario che si arrende dopo aver provato di tutto e consiglia alla comunità di far abbattere l’animale in modo da poterlo utilizzare a fini alimentari. Ma gli addetti si rifiutano di far uccidere la mucca, è una della comunità ormai e non si può mangiare un proprio animale domestico tantopiù che la mucca sembra aver cominciato a versare vere lacrime…Allora si decide di ricorrere ai rimedi tradizionali e di somministrare all’animale malato una piccola dose di un prodotto utilizzato per concimare (che non sono assolutamente riuscito a capire cosa possa essere…) e la mucca piano piano comincia a sgonfiarsi. E migliora giorno dopo giorno e recupera completamente.

In segno di ringraziamento, ogni quinto giorno del mese gli addetti alla stalla, la cuoca dell’asilo, Asmeret, Letay e Genet si riuniscono per una cerimonia di ringraziamento.

– MARTEDI’

Mattinata di interventi chirurgici impegnativi con tanto di blackout elettrici e risposte rallentate del generatore. Per il caffè andiamo con Letay e Gennet a trovare una delle donne in difficoltà, precedenti al progetto ufficiale di Laziochirurgia, che aiutiamo a ripartire. Un gran bel sorriso è finalmente tornato sul suo viso non più tormentato. Segno che la terapia sta facendo effetto e che quel minimo di tranquillità domestica e familiare di cui può attualmente disporre le hanno ridato serenità e coraggio. Il suo caffè è ottimo, la casa piccolissima e luminosa, la figlia a scuola.

A fine lavoro Letay propone una visita al vicino stabilimento tessile Itaca Calzedonia, che come fa intendere il nome è condotto da italiani. Visita di cortesia e contemporaneamente ricerca di possibili sostenitori del progetto HEWO. I Dirigenti dell’azienda sono tre giovani ragazzi italiani di età non superiore ai 27 anni! Gestiscono un gruppo di circa 170 dipendenti…Ci spiegano l’organizzazione della loro azienda ed i programmi immediati. Fa piacere vedere persone così giovani muoversi disinvoltamente nel difficile universo del lavoro. Certo c’è la curiosità di saperne un po di più per poter esprimere anche una semplice impressione.

Li invitiamo alla festa di giovedì con il personale ed i pazienti. Ospiti di riguardo per l’esibizione del primo ballerino dell’Hewo.

– MERCOLEDI’

Sono venuti i visita gli universitari di Mekellè. Letay ed Alberto gli fanno fare il giro dell’Hewo, ospedale, OPD, Maternità, Dental Room, Laboratorio, ART ed anche scuola, stalla, maglieria, forno, campi.

E naturalmente sala operatoria dove nel frattempo si continua a lavorare a ritmo sostenuto. Nel primo pomeriggio Mauro ed io andiamo con Letay a Mekellé: un po’ di shopping rituale per il gruppo e la visita a A., la donna lebbrosa che dall’eritrea è ricomparsa a Mekelle di fronte alla chiesa a chiedere l’elemosina. Mauro è la prima volta che viene lì e riflette.

– GIOVEDI’

E’ festa! Il 42 anniversario dell’inizio della rivoluzione contro il regime di Menghistu. Hanno cominciato in 5 con un fucile, un coltello ed una tanica d’acqua su per gli altipiani e poi sono diventati sempre di più: così racconta l’oratore di turno al popolo dell’Hewo riunito nella sala mensa. E si mangia injera, zighini e shirò. Per noi ferengì un tavolo dedicato per assaggiare piatti del folklore locale. Wolderufael, il direttore dell’Hewo, ci fa vedere come bisogna usare la posata tradizionale di legno per inforcare la miscela di zighinì, palle fermentate d’orzo e shirò e nel tragitto verso la bocca il mischione precipita al suolo schizzando dappertutto. Sono con noi anche i due ragazzi di Itaca Calzedonia; speriamo che si commuovano di fronte allo spettacolo e mettano mano al portafoglio.

Lo spettacolo sono le donne dell’Hewo, tutte splendenti nel loro vestito giallo acquistato (e non ancora pagato…) per l’occasione. Lo spettacolo è quando cominciano a ballare tra di loro, appena i ferengì sono tornati in sala operatoria. Le “giallone” sciamano dappertutto, si scatenano sulla pista con il contributo di qualche sparuto maschietto locale, si mettono in posa per farsi fotografare nel cortile, si sventolano l’una con l’altra e poi richiamate dalla musica ricominciano la parata…fino a sera.

– VENERDI’

Stasera si parte. Chi è venuto qui per la prima volta, come Bruno e Giacomo, gira a vuoto cercando di respingere la nostalgia. Chi è venuto qui tante volte invece….peggio; sta seduto in silenzio nel patio della residenza circondato dalle prime valigie che cominciano ad ammucchiarsi vicino alla porta a vetri. E meno male che c’è un ultimo appuntamento prima di partire. Le donne del nostro progetto hanno preparato una cerimonia del caffè di saluto alla nuova caffetteria. E così ci sediamo sotto la tettoia su panche improvvisate, ci scambiamo sorrisi e foto ed il caffè è davvero molto buono.